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NASCE A LECCE IL COMITATO PER L’UNIVERSITA’ PUBBLICA

ottobre 23rd, 2008

ieri sera mi è pervenuta questa email. copio/incollo il contenuto della mail qui di seguito. penso l’argomento interessi tutti.

E anche a Lecce esplode la protesta contro i tagli previsti dal d.l. 133/2008 Gelmini-Tremonti .

Ancora una volta la protesta vede unite sotto una sola sigla “Comitato per l’Università Pubblica” tutte le associazioni universitarie e non, Unione degli Universitari, Progetto Universitas, La Sveglia, Nuovi Ingranaggi, Salento Università, StudentSx, Thapiaza.

Scopo del Coordinamento è sensibilizzare, mobilitare e coinvolgere l’intera popolazione studentesca e civile per gridare all’unisono il proprio dissenso allo smantellamento dell’Università pubblica.

Proprio questa mattina si sono tenute le prime assemblee e volantinaggio organizzati da Comitato per l’Università Pubblica nelle Facoltà di Giurisprudenza, Scienze della Formazione ed Economia.

La legge 133/08 prevede all’articolo 16 che ogni ateneo, previa delibera all’unanimità del senato accademico, si possa trasformare in fondazione privata.

La possibilità di diventare fondazione è poi incoraggiata tanto fortemente da rappresentare l’unica soluzione a fronte di una serie di ingenti tagli previsti fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le università potranno e dovranno “trovarsi uno sponsor” che li finanzi. Inutile dire gli effetti devastanti che avrebbe un controllo economico di questo tipo sulla ricerca in tutti i vari settori universitari. La ricerca verrebbe condotta secondo le direttive impartite dalle società finanziatrici, privilegiando solo quei settori considerati produttivi e redditizi. Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti, consentendo alle fondazioni universitarie di decidere l’entità delle tasse per gli studenti, ed andando a ledere il fondamentale diritto allo studio universitario, tutelato dalla Costituzione Italiana attraverso l’art.34. Infatti, se attualmente la legge pone un tetto massimo alle tasse che si possono far pagare ad uno studente, con il passaggio a fondazione invece l’Università potrà (e vista la mancanza di fondi, dovrà) chiedere qualunque cifra agli studenti, senza dover rispondere a nessun tetto prefissato.

Inoltre nell’art. 66 dello stesso decreto è previsto il “tourn-over” al 20%, e cioè la limitazione delle assunzioni del personale a tempo indeterminato(viene assunto un professore ogni 5 che ne vanno in pensione) Questo comporterà un aumento non controllato dei numeri chiusi che verranno istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea per rispettare il rapporto docenti/studenti dei “Requisiti necessari”, e il Diritto allo Studio, così come il rispetto dellArticolo 34 della Costituzione Italiana, diventerà un semplice optional.

Insomma noi studenti, già stanchi dei servizi scadenti, della scarsa offerta didattica, del baronaggio che uccide la meritocrazia, delle tante carenze del nostro sistema universitario non possiamo tollerare un ennesimo attacco al mondo dell’Università e tale indignazione riveste una sfera che va al di là del nostro essere studenti, se è vero come è vero che la cultura dovrebbe essere un’asse portante della nostra società e un indicatore del grado di civiltà di un paese.

Comitato per l’Università Pubblica